Municipio

Descrizione

La Storia
Secondo un’antica leggenda, la nascita e il nome di Lentella si sono avuti quando una nobildonna romana di nome Lentula fece sosta col suo seguito in una zona prossima al fiume Trigno, e più precisamente là dove questo confluisce col Treste; si pensa che la carovana abbia lasciato sul posto alcune tende (castra) dove in seguito si sarebbero insediati gli abitanti delle terre circostanti.

A prescindere dalla veridicità della leggenda etiologica, è lecito supporre che in epoca preromana nella zona esistessero insediamenti di tribù indigene, la cui cultura è attestata dal ritrovamento di bronzetti primitivi in foggia di guerrieri; anche la cultura greca ha lasciato sulla fascia costiera tracce della sua presenza con un tempio sulle cui basi sorse, in epoca di molto posteriore, una badia di monaci nella contrada che ancora oggi viene chiamata “Monaci”.

L’odierna Lentella si trova spostata nell’entroterra su un’altura che domina l’intera vallata; lo spostamento risale a epoca medioevale e fu dovuto a precise ragioni storiche. Infatti secondo una storiografia per lo più documentata la costa del vastese, come tutte le coste adriatiche, nel IX secolo era soggetta alle scorribande e ai saccheggi dei Saraceni provenienti da diverse basi sulla costa dell’Africa settentrionale e della Spagna (allora dominio arabo); erano genti delle più diverse origini: arabi, berberi, ed anche cristiani rinnegati.

Per avere un’idea del loro modo di agire si può leggere un passo di un mano scritto francese del nono secolo:

Su tutte le coste le Chiese sono sconvolte, le città saccheggiate, i monasteri devastati. Tale è la ferocia dei barbari che i cristiani caduti nelle loro mani sono uccisi se non pagano grossi riscatti. Molti cristiani, abitanti delle zone costiere, abbandonano le loro proprietà e lasciano il loro paese per vivere in luoghi fortificati o nell’interno del paese; molti invece preferiscono morire piuttosto che abbandonare i loro beni. Alla fine i luoghi più celebri diventano deserti e gli edifici più famosi scompaiono sotto sterpi e rovi.
In molti punti delle coste liguri, tirreniche, ioniche e adriatiche sorgono ancora oggi ruderi di torri erette dalle popolazioni costiere di un tempo per avvistare a distanza l’avvicinarsi di navi pirata in modo che la popolazione, avvertita, potesse porsi in salvo sui monti vicini. È possibile perciò dedurre che mentre l’antica Lentella sorgeva in basso, alla confluenza del Treste col Trigno, in una vallata molto ricca per l’agricoltura e la pesca, si spostasse in seguito nell’entroterra a causa delle scorribande dei Saraceni, che, sbarcando sulla costa, risalivano il Trigno per predare. Infatti l’altura su cui sorge l’attuale Lentella è inaccessibile a qualsiasi attacco proveniente dalla costa. A conferma di questa ipotesi vi è l’esistenza, presso Termoli, Mafalda e altre località della zona, di antichi ruderi di torri di avvistamento.

Nel periodo di dominazione normanna, sotto il regno di Ruggero II, intorno all’anno 1100, Lentella costituiva probabilmente uno dei possedimenti dei baroni Grandinati, i quali risalivano a lontane origini longobarde. Il nome di Lentella. appare scritto per la prima volta, in riferimento all’ anno 1130. Infatti Pietro della Fazia, in una sua Memoria sui demani comunali di Fresagrandinaria afferma, in base ai documenti consultanti, che:[...] nell’anno 1130 Ugone dei Grandinati signoreggiava in Fresa, Montesorbo, Baronia di San Giovanni in Galdo, San Giovanni di Serra, Sant’Angelo in Cornacchio, Dogliola, San Benedetto in Planei e Castel di Lentella.

Sempre secondo la storia documentata il nome di Lentella è menzionato ancora nel 1279. Possono essere rammentate a questo punto alcune notizie tratte dal manoscritto Le famiglie nobili estinte del Signor Fernando della Marra, duca della Guardia, lontano parente dei Grandinati:

Il 4 gennaio dell’anno 1279, Carlo d’Angiò ordinò il pagamento delle tasse a tutti i suoi feudatari, per mezzo di Guglielmo Brunello, milite e regio giustiziere d’Abruzzo, che tutti i conti, baroni e feudatari del Regno, oltremontani, latini, franchi e provinciali che avessero terre e beni feudali in capite della Corte Regia, muniti d’armi, cavalli e cose opportune, decentemente con tutto il servizio cui erano tenuti per dette e feudi, fossero pronti all’aprire della settima Indizione (1280), sotto pena la perdita di quelli.

Avanti al giustiziere d’Abruzzo, per ordine del Re, si fissò la mostra dei feudatari, per tutti i beni feudali che si tenevano in quel giustizierato. Se ne registrarono il nome delle persone, le terre e la somma delle tasse annuali, ossia del servizio che erano tenuti a prestare al Re. Perciò taluni che erano assenti mandarono i loro procuratori con palafreni, giumenti e armi A tale rivista intervennero: Riccardo Grandinato, signore di Santobono, Montesorbo, Frisa di Grandinato; Pietro di Grandinato, che teneva Castel Di Moro e Montenero; Gentile di Grandinato, possessore di Furci e Pollutri con parte di Lentella mentre l’altra ubbidiva a Rainaldo di Lentella.A

Chi dà, per mezzo di un documento, la prima descrizione di Lentella è un frate benedettino, Serafino Razzi, che vi si recò nel 1576. Nello scritto del Razzi si legge:

Alli 25 d’agosto 1576, in sabbato, do vespro partendo da Vasto a cavallo, con un compagno frate e con garzone, andare mo a una terra lontana circa 7 miglia, detta Lentella, per metterci e fondarci la compagnia del Santo Rosario. È questa terretta edificata sopra di un alto sasso, il quale da tre bande apparisce inaccessibile. Il sito è vago, l’aera è ottimo e la veduta è gioconda. Dalla parte settendrionale e verso l’Adriatico le corre un fiumicello, chiamato Treste il quale due miglia lontano da lei se n’entra nel fiume del Trigno. Ella fa circa 200 fuochi et è soggetta alla contea di Monteodorici. Chiamasi Lentella, quasi ‘lindella’ con vocabolo spagnolo, ‘lindo’, che bello vuoi dire, e pulito. Ovvero detta è Lentella, quasi lino tien’ella, havendone abbondanza e maturandone assai nel suggetto fiume Tresta.

Altre notizie riguardanti la storia di Lentella sono desumibili dal registro Delle visite pastorali degli anni 1567-1577 scritto in volgare da Monsignor Oliva, e vengono qui di seguito brevemente riassunte.

Dopo il concilio di Trento (1545-1563), essendo uscito un decreto con cui si obbligavano i vari vescovi a compiere delle visite pastorali nei paesi delle loro diocesi, nel 1568 Monsignor Giovanni Oliva si recò per la prima volta a Lentella, partendo da Monteodorisio e passando per Villa Cupello. Giunto nel paese di Lentella baciò dapprima la croce usata per le processioni sacre che gli fu portata dalla popolazione accorsa ad accoglierlo. Dalla porta d’ingresso nelle mura della cittadella fu accompagnato fino alla Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, dove celebrò la messa alla presenza di tutti gli abitanti. In seguito si recò a far visita all’ospedale dei poveri e alle Chiese di Santa Liberata e Santi Cosma e Damiano fuori le mura. A proposito della Chiesa di Santa Maria, cui sopra si accenna, bisogna ricordare che esisteva già nei secoli XIII e XIV: è documentato infatti che in questo periodo questa,insieme alla Chiesa di San Salvatore di Fresa, apparteneva al Monastero di Sant’Angelo in Cornacchio, nel territorio di Dogliola, cui doveva contribuire con 24 utarenos.

Per i secoli successivi Lentella è da inquadrare nella storia dell’Italia meridionale, più precisamente in quella del Regno di Napoli. Dopo la pace di Chateau Cambresia (1559), fino alla pace di Utrecht (1713), il Regno di Napoli fu sotto il predominio. spagnolo. Tale periodo fu certamente negativo anche per Lentella, poiché la dominazione spagnola ebbe carattere quasi esclusivamente fiscale e mirò, con imposte, gabelle, tributi di ogni genere, a spremere dai sudditi la maggior quantità di denaro possibile, senza curarsi di promuovere la ricchezza del paese. A testimonianza dello stato di cose stanno le numerose rivolte scoppiate in quegli anni, come quella famosa di Tommaso Anello, detto Masaniello, e l’altra di Gennaro Annese. Nel periodo tra il 1734 e il 1759 il Regno di Napoli fu sotto Carlo III di Barbone. Egli si valse del ministro Bernardo Tanucci il quale limitò i privilegi dei baroni e del clero e dichiarò obbligatoria la precedenza del matrimonio su quello religioso, abolì la “chinea”, atto di omaggio del Re di Napoli alla Chiesa, promosse l’agricoltura, l’industria e il commercio. In epoca risorgimentale Lentella segue l’evoluzione storica che portò il Regno di Napoli all’unificazione con l’Italia.

Modalità di accesso

Si accede alla struttura dal portone principale sito in Piazza Garibaldi, 1

Come arrivare

Piazza Garibaldi, 1

mappa

Costi

L’accesso al municipio è gratuito.

Orario per il pubblico

Consultare le schede dei singoli uffici per ricevere informazioni in merito agli orari di apertura.

Ultimo aggiornamento: 16-04-2024

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